Il Tirreno – Al Goldoni porterò i miei violini del ‘700, quell’Italia insegnò la musica all’Europa


Il grande musicista protagonista dell’evento per raccogliere fondi destinati ai giovani talenti del prossimo Lmf

l’intervista
M. Teresa Giannoni

È uno che non si tira indietro, sempre in prima linea per la difesa del nostro patrimonio, per la diffusione della cultura musicale tra i giovani. Uto Ughi è una leggenda del violino, uno di quei nomi che tengono alto il prestigio dell’Italia nel mondo. E ora eccolo a Livorno sabato 22 (ore 21) per un concerto di beneficenza per raccogliere fondi che finanzieranno borse di studio destinate a giovani musicisti che arriveranno in estate a Livorno da tutta Europa per il decimo Livorno Music Festival. Ughi ha accettato l’invito dell’Associazione Amici della Musica di Livorno e del Rotary Club che hanno organizzato il concerto (compartecipazione del Comune e collaborazione della Fondazione Goldoni, oltre a sponsorizzazioni come Gianni Cuccuini e Scorpio). Sabato prossimo il celebre violinista si esibirà sul palco del Goldoni insieme al pianista Alessandro Specchi in una serata che sotto il titolo “Note d’Europa” spazierà dalla “Ciaccona” di Tomaso Antonio Vitali ai “Quattro pezzi romantici” di Dvorak, da “Polonaise da concerto” di Wieniawski a “Tzigane” di Ravel. Non mancherà l’omaggio a Beethoven a 250 anni dalla nascita, di cui il maestro Ughi ha appena pubblicato un cd per Sony Classical con l’integrale delle dieci sonate. Ughi, che è stato un enfant prodige avendo debuttato al Teatro Lirico di Milano a soli 7 anni, è stato uno dei primi a fare divulgazione musicale in televisione (il programma del 2008 si chiamava “Uto Ughi racconta la musica” e purtroppo andava in onda su Raiuno ad orari impossibili, dopo la mezzanotte) e ancora recentemente è stato ospite di Piero Angela dalla Fenice di Venezia e da Pompei. A Livorno il maestro Ughi suonerà due preziosi violini: uno Stradivari del 1701 denominato Kreutzer perché appartenuto al violinista a cui Beethoven dedicò una celebre sonata, e un Guarnieri del Gesù del 1744. Uto Ughi che suona uno Stradivari e un Guarnieri: si può dire che in palcoscenico sabato sera ci sarà un concentrato di storia della musica. Che rapporto ha con questi due strumenti? Come ne è venuto in possesso? «Lo Stradivari l’ho avuto quando avevo 16 anni e ho fatto tutta la mia carriera con questo violino: ha un suono chiaro e brillante, l’ho avuto tramite un liutaio di Parigi. Il secondo apparteneva al violinista belga Arthur Gramiaux. Un suono caldo, scuro, profondo».Ama ancora suonare con le orchestre? C’è qualche direttore che rimpiange?«Rimpiango tutti i direttori con i quali ho avuto grandi collaborazioni. Dai direttori inglesi a Savallish, Pretre, Celibidache, Carlo Maria Giulini, Zubin Metha che erano (nel caso di Metha sono) dei grandi musicisti e persone adorabili anche dal punto di vista umano».Lei è considerato un grande esempio della scuola italiana. Ma come suonano il violino gli italiani? «La scuola italiana è quella che ha insegnato a tutta l’Europa l’arte del violino. Nel ‘700 ci sono stati grandissimi violinisti italiani e compositori: da Tartini, Vivaldi, Veracini, Corelli, fino a Paganini. La scuola violinista nasce in Italia come quella della liuteria con Stradivari, Amati, Guarnieri».Prova ancora emozione quando suona in pubblico? «Il contatto con chi ascolta è sempre stimolante. È perché si sente il piacere di trasmettere il messaggio musicale a chi ascolta e questa condivisione dà gioia. Cicerone diceva che l’uomo trova nella condivisione la sua più grande gioia».Come si può insegnare davvero ad amare la musica classica? Lei ci ha provato anche in televisione: lo rifarebbe? «Rifarei tutto a partire da domani perché l’educazione musicale nelle scuole italiane è praticamente inesistente. Per cui gli artisti devono uscire dalla loro torre d’avorio e andare incontro ai giovani. C’è una miniera ricchissima di tesori musicali che deve essere riscoperta e rivelata. Gli artisti devono essere dei fari che illuminano il cammino delle generazioni che verranno». –© RIPRODUZIONE RISERVATA