Il Tirreno – I Quattro Mori, un simbolo che ora torna a splendere
Completato il restauro: nuovi giochi di luce per valorizzare il monumento
Lenzi: «Scoperta una epigrafe che testimonia una diversa ubicazione»
Simone Fulciniti LIVORNO. I lavori erano iniziati nel mese di dicembre e oggi, finalmente, il monumento a Ferdinando I dei Medici, popolarmente detto dei “Quattro Mori” ,viene restituito alla città nel suo massimo splendore. Un’operazione complessa, realizzata attraverso una sinergia fondamentale, che ha visto in campo numerose forze. All’inaugurazione sono presenti rappresentanti del Rotary Club Livorno (in testa la presidente Claudia Spinelli), della soprintendenza ai beni architettonici e culturali (con la dottoressa Loredana Brancaccio), della banca di credito cooperativo di Castagneto Carducci (tra gli altri il dottor Roberto Pullerà), di fondazione Livorno arte e cultura (con la presidente Olimpia Vaccari) e del Rotary Club Mascagni. Ci sono anche il sindaco Luca Salvetti e l’assessore alla cultura Simone Lenzi, per l’amministrazione comunale. «Il monumento simbolo della città – dice Salvetti -, aveva bisogno di essere curato, di essere accudito. Fatto che era mancato negli anni precedenti. Abbiamo già fatto un’operazione significativa sulla statua del villano, in fortezza nuova, e così continueremo con altri luoghi splendidi, per dare un contributo concreto alla Livorno che noi amiamo; ma anche a quella che le persone da fuori vengono a vedere. Chi viene da fuori rimane meravigliato ed affascinato, più di quanto possiamo immaginare. L’amministrazione comunale da sola può far poco. Se ci sono soggetti che danno una mano, come in questo caso, ai risultati si arriva con maggiore facilità». L’assessore Lenzi concentra l’attenzione su un’affascinante scoperta, nel basamento della statua, avvenuta in corso d’opera. «Voglio richiamare l’attenzione – dice – sull’epigrafe di marmo, recuperata grazie al restauro. Una testimonianza del fatto che i “quattro mori” non sono stati sempre nel punto dove si trovano attualmente. Originariamente erano più a ridosso della banchina, e successivamente, poiché erano sepolti dal lavoro portuale, dopo un lungo dibattito, a passo di gambero arretrarono fino alla collocazione definitiva. Chissà se un giorno ritroveremo anche le famose insegne che appaiono nell’immagine settecentesca, ai piedi del granduca Ferdinando». Soddisfazione nelle parole della soprintendente Brancaccio. «Sono contenta dei risultati ottenuti. Una cordata di forze che sta alla base del recupero. Ricordo sempre chi mi diceva, ai tempi del mio insediamento, che Livorno era priva di cose interessanti. Una persona mi raccontò l’aneddoto di quei turisti che entrarono in un bar, per chiedere cosa ci fosse di bello da vedere a Livorno, e il barista rispose “Bah, non c’è nulla”. Questo non è assolutamente vero, così come non è vero che i livornesi non siano consapevoli di quello che hanno. Un momento davvero importante. La nuova illuminazione renderà il monumento un faro che attirerà le attenzioni di tutti. La manutenzione deve essere continua». Applausi per la dottoressa Valeria Pulvirenti, direttrice dell’intervento, l’architetto Valentina Pieri che ha supervisionato il cantiere e Comet Marini – Pandolfi che ha installato la prestigiosa illuminazione, che gioca su luci ed ombre per mettere i volti in risalto. Nel contesto del recupero è stata realizzata anche una pubblicazione curata dal professor Giorgio Mandalis, e predisposto un cartellone con le informazioni storiche dedicate.